PIERLUIGI VIRELLI, UN SOGNATORE AI PIEDI DELLA SILA

Oggi la rubrica Magica-mente ha un ospite d'eccellenza: Pierluigi Virelli, polistrumentista, cantante e ricercatore etnografico. Promotore della cultura arcaica calabrese, lotta per mantenere vive le tradizioni di un paese che respira semplicità ed unicità. 

L' evento #musicaecoraggio, in tempo di quarantena, ha trasmesso il calore del suo enorme abbraccio virtuale ai fan. L'amore per la musica e per la sua terra creano la magia del Raro, in un mondo sempre più lontano dal guardarsi indietro. Pierluigi combatte e, da buon sognatore vince, poiché non ha mai mollato. Qui di seguito l'intervista: un grazie per la sua disponibilità e la sua gentilezza: un animo impastato di note nel sole di una Calabria, che nella notte più oscura, avrà sempre la sua stella.

• Da dove nasce il tuo bisogno di tradizione? Non sono sicuro da dove nasca. Le tradizioni, quelle a noi più vicine, come quelle più lontane geograficamente, sono ciò che è stato prima. In quanto tali, sono dentro noi, sono sfumature della nostra persona.

• Racconta la Sila in tre aggettivi. Abbandonata, Paradisiaca, Incompresa
• Un ricordo di Pierluigi bambino che ha influito sull'educazione musicale di Pierluigi adulto. Da bambino, sono saltato fuori dalla macchina di mio padre ancora in movimento. Mai avevo visto prima un uomo con una zampogna sulle spalle, avvolto in un lungo mantello nero e un cappello delle stesso colore: beveva ad una fontana con qualche capra al seguito. Dopo anni capii che quel giorno, avevo visto la storia del sud, quindi la mia storia in carne ed ossa.

• Dicono di Pierluigi Virelli che è un polistrumentista, un ricercatore etnografico, un cantante, un ideatore di eventi (fra cui il riuscito #musicaecoraggio): ma Pierluigi che dice di sé? Non so bene chi e cosa sono. A volte credo di essere un sognatore, ma forse mi sbaglio.

• Nel documentario "Ai piedi della Sila" hai voluto sottolineare come la tradizione musicale si fonda con la cultura contadina, incontrando un mondo che non tutti riconoscono, presi dalla tecnologia e dalla vita "moderna". Per coloro che non hanno guardato il documentario (che ovviamente invitiamo a vedere) ci racconti un aneddoto? Le cose che mi hanno più sorpreso del docu sono state due: l'incredulità di uno dei registi riguardo la bellezza naturalista dei luoghi e la ricchezza ancestrale dei gesti dei protagonisti. Non avrei mai pensato di dover rispondere a diverse centinaia di messaggi di italiani emigrati in tutto il mondo, che mi ringraziavano per il lavoro svolto.

• Recentemente hai scritto una canzone per George Floyd, l'afroamericano ammazzato lo scorso 25 maggio a Minneapolis, mentre veniva arrestato dalla polizia. Il brano, Song for George (I can't breathe) è una toccante ballata che resta nell'animo di chi l'ascolta. La frase: "Ehi ragazzo bianco, dove hai perso il tuo cuore" è a mio avviso, una delle strofe più belle. Quando hai appreso la notizia, cosa è scattato in te? Stavo ascoltando la radio e ho sentito la notizia il giorno stesso dell'omicidio. La notte ho scritto la canzone, non sarei riuscito a dormire altrimenti.

• Da scrittrice, la domanda è d'obbligo: libro preferito? La Bibbia
• Lo sai che Steve Tyler, il frontman degli Aerosmith, è di origini calabresi? Il nonno era di Cotronei! Recentemente il cantante ha dichiarato di volerci ritornare per fare un concerto, invece i tuoi progetti futuri? Sto scrivendo un nuovo disco. Dopo l'estate, appena possibile, lo promuoverò nei teatri in Italia e all'estero.

• Un saluto e un augurio ai tuoi fan. Osservate i vostri luoghi con gli occhi di chi li attraversa per la prima volta. Leggete e ascoltate tanta buona musica. Fate tanto l'amore con la persona che amate. Buona estate a tutti!

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