Memorie di una strega

"Uccidere un uomo non è difendere una dottrina,
è uccidere un uomo. San Castellio
Quando decisi di scrivere un libro con un argomento ampio e
complesso come quello della stregoneria, so che non sarebbe stato
semplice: la società odierna ha ancora dei pregiudizi e le superstizioni,
proprio come secoli fa, cedono il passo alla logica. Amo il
confronto ed ho intrapreso questo percorso con fiducia e pazienza:
sono cresciuta in un ambiente dove l'esoterico ha sempre avuto un
ruolo importante: i nonni paterni vivevano a Baselice, paese in provincia
di Benevento, terra delle "janare", mentre i nonni materni
ad Olevano Sul Tusciano (SA) dove si innalza suprema la leggenda
dell'Arcangelo Michele che sconfisse il diavolo. Già di per sé la
Campania è un posto magico, impastato di fattucchiere, fate, lupi
mannari, fantasmi, angeli, gnomi e satanassi. Avendo poi, una nonna
che faceva il cosiddetto "malocchio" e mi raccontava storie incantate
che fin da piccola mi affascinavano, non ho potuto far altro che
documentarmi, incuriosirmi e affacciarmi alla finestra di un mondo
che pur incerto nella sua esistenza appassiona, ma fa anche riflettere.
Quando si parla di streghe ci si immagina una brutta donna a cavallo
di una scopa che gira di notte in cerca di bambini da mangiare... ma
la storia ci racconta ben altro. Dietro alle fantasie popolari, c'è il sangue
di innocenti mandati al rogo, impiccati, annegati e torturati solo
perché accusati di stregoneria. In Italia, durante il periodo della caccia
alle streghe, vennero uccise un numero vergognoso di persone:
in Val Camonica furono registrati tra i 62 e gli 80 roghi; a Como 60,
mentre a Benevento è accertata una sola esecuzione. La caccia più
cruenta fu in Inghilterra, in Germania e in Francia, dove se una donna
era una guaritrice, una prostituta o una levatrice veniva torturata
fino alla confessione ovvia, dopo le sofferenze provate. Difatti in
quel periodo si istituirono delle vere e proprie macchine di morte: il
cavalletto, la ruota, la sega, la pila meccanica,l'elmetto chiodato: tutti
strumenti che servivano per spezzare arti, sfigurare e segare (si, proprio
così) persone che non potevano neppure difendersi degnamente,
visto che dovevano farlo da sole. Pensate un po' al supplizio che
una povera anima doveva subire: infilzamento con un grosso ago
per individuare sul corpo il cosiddetto "punto del diavolo", punto
insensibile al dolore. O pensate a qualcuno che brucia sul rogo. Pensate
per un attimo al dolore immenso che una disgraziata/o doveva
subire in quel momento. Studi approfonditi sulla questione hanno
rivelato che la morte sul rogo avveniva in 17 minuti, tempo preciso
prima che il corpo bruciasse completamente. Sono stati fatti più di
110.000 processi e condannate più di 60.000 persone in tre secoli,
di cui l'80% erano donne e ci sarebbero nomi su nomi da ricordare,
fra cui bambini ed anziani, uccisi dalla inciviltà e dalla paura. Questo
libro è un omaggio alle femmine, anzi alle streghe che erano e che
sono, poiché l'eco delle loro urla riecheggia nei secoli.
Giovanna Iammucci
