Mai una gioia

08.01.2019

Il 2019 è arrivato e per chi spera in un cambiamento, non sperateci affatto: ricordate il detto " la speranza è l'ultima a morire?" appunto, è l'ultima ma comunque muore, quindi, pensate che ogni anno è quello buono per migliorare e non aspettate il segno divino ( siete in troppi, Dio avrà pure i suoi impegni). La trasformazione deve avvenire dentro di noi perché solo noi sappiamo davvero cosa ci può rendere felici. E così armata di tanta pazienza ed eccessivo ottimismo, ho cercato di cambiare anch'io: sono diventata più temeraria, più disperata, più vecchia, ma con tanta voglia di fare. Ho iniziato dai capelli: sì, ritorniamo alle origini, a quando ero una sardina pescata da mia madre nel mare della vita, a quando ero una pargola bionda spennacchiata che posava fiera con il  cappotto rosso in braccio a suo padre, che di certo non si sarebbe aspettato che un giorno sarebbe diventata multicolore: nero seppia, peperoncino habanero, rosso passata Ciro, mirtillo avariato, blu mare inquinato, camel's poop (cacca di cammello). Sulla mia testa sono passati più colori che all'Oreal Paris, ma per iniziare alla grande ho optato per una delle poche tonalità non ancora provate: London grey, che ho affettuosamente ribattezzato "Grigio Micetta" (dal nome della mia gatta). Temevo che i miei capelli sarebbero usciti più o meno così

 ma la sorpresa ha superato il risultato: un biondo ramato scuro, in pratica il colore che già possedevo, solo un po' più chiaro. Mai una gioia n 1.

Un giorno invece, decido di concedermi una serata di musica live in un pub della zona, dove si esibisce una delle tribute band dei Queen e, per l'occasione mi regalo una maglietta con tanto di Freddie Mercury stampato sulle tette, accompagnato dalla scritta The show must go on. Sfrenata e scatenata come non mai mi godo la bravissima band, ma quando il concerto finisce, lacrime silenziose scendono fino a bagnare la faccia di Freddie: due ore di spettacolo, i pezzi più famosi, ma di the show must go on neppure un accenno. Niente. Mai una gioia n 2.

In preda all'ottimismo, accantonato l'accaduto, agguerrita e sprezzante, affronto le festività natalizie a testa alta, con le mie mille intolleranze, colite, colecisti, emicrania ed allergie, fiera dei miei chili persi, ma mai una gioia è sempre in agguato: una sera vado al solito ristorante e il cameriere, generoso come non mai, offre leccornie varie come Gesù all'ultima cena e per darmi un 'ulteriore frustata, alla fine porta dei dolci alla nutella e un pezzo di torta. Mi è passato davanti il 2018, quando ero una foca pezzata che si rotolava felice sulla spiaggia, mentre ora sono un saltellante e scioccato cavalluccio marino. Esigo un premio per non aver assaggiato panettone o pandoro alcuno, per non aver mangiato lo zampone, per non aver spazzato la lasagna... una medaglia all'impegno, perché anche nei sogni, quando mi appaiono le enormi tavolate con ogni ben di dio, io gentilmente rifiuto l'offerta e vado avanti. Mai una gioia n 3.

E la lista potrebbe continuare... ma per ora, mi godo questi primi giorni del 2019 con una gioia che mai nessuno mi toglierà: il letto. Buon 2019 friends!

                                                                                             Giovanna 

(Immagini tratte dal web)

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