Stop alla violenza

25.11.2018

Un gesto d'amore cuce cielo con cielo, soglia con soglia e vita con vita. Un gesto di violenza cuce solo nero con nero e dentro quel buio non si innesta nessun fiore, nessun colore e nessuna formula di serenità.
(Fabrizio Caramagna)

Una parola che si tramuta in una carezza. Una carezza che si tramuta in uno schiaffo. Uno schiaffo che si tramuta in una minaccia. Una minaccia che si tramuta in un'ossessione. Un'ossessione che si tramuta in morte. La morte che subentra per mano di chi ti amava, o almeno, credevi ti amasse. L'amore non è perdonare sempre. L'amore è saper perdonare giusto. È sapere quando è il momento di andare via. È non giustificare le parole sbagliate: chi ti ama non ti offende; chi ama non ti prende a calci o a pugni, trattandoti come un animale in una stalla. L'amore è sesso, amicizia, comprensione, affinità, ma prima di tutto, sopra ogni cosa, è rispetto. Ricordate: rispetto. Dal latino respectus, "guardare all'indietro": sentimento e atteggiamento di riguardo, di stima e di deferenza, devota e spesso affettuosa, verso una persona. Donne, rispettatevi. Uomini, rispettate. La violenza sulle donne è già nota agli albori della storia: nel codice di Hammurabi, un uomo se violentava una donna sposata, veniva ucciso per annegamento insieme a lei, ma qualora la donna non fosse coniugata, uccidevano solo l'aggressore. Nella Bibbia si parla di matrimonio riparatore, usato in Italia fino al 1981. Petronio nel Satyricon parla della pederastia, cioè un rapporto sessuale con dei bambini, soprattutto nell'ambito familiare. Come non citare Artemisia Gentileschi, pittrice di stampo caravaggesco, vittima di stupro nel 1611 da parte di Agostino Tassi, suo maestro e amico di famiglia: lei ebbe il coraggio di denunciarlo e un anno dopo iniziò il processo, che si concluse con alcuni anni di carcere per l'uomo. Artemisia però dovette sopportare varie torture, fra cui lo schiacciamento dei pollici, uno strazio immaginabile per chi come lei, usava le dita. Come non ricordare Franca Viola, la prima donna italiana a rifiutare il matrimonio riparatore, dopo che fu sequestrata e violentata più volte da Melodia, quando aveva solo 17 anni: un colpo duro per lei, che veniva additata come "la svergognata" perché non voleva sposarsi. In Italia c'è una vittima ogni 72 ore: anche se le donne stanno imparando a non vergognarsene, a denunciare, purtroppo la legge non fa ancora abbastanza: questo però non deve essere una scusa per non lottare. Ricordiamo Jessica, Immacolata, Nunzia, Laura, Pamela, Noemi, Yara, Nicolina, Michela, Mara, Elena, Alessandra... l'elenco potrebbe continuare all'infinito. Ricordiamo ad esempio, Gorizia, 44 anni, uccisa a coltellate dai due suoi giovani clienti di Pagani, che volevano fare del sesso a tre e il suo rifiuto le è costato la vita. Scrive Èlie Wiesel: "Ho giurato di non stare mai in silenzio, in qualunque luogo e in qualunque situazione in cui degli esseri umani siano costretti a subire sofferenze e umiliazioni. Dobbiamo sempre schierarci. La neutralità favorisce l'oppressore, mai la vittima. Il silenzio aiuta il carnefice, mai il torturato." Urliamo, urliamo più che possiamo: siamo nate guerriere, non dimentichiamolo mai.

                                                                                                                                 Giovanna Iammucci

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