La poesia al tempo del Coronavirus

Oggi si celebra, oltre all'arrivo della primavera, la giornata mondiale della poesia. Istituita nel 1999, patrocinata dall'Unesco, rappresenta un momento culturale per tutti, poiché la poesia è il linguaggio del cuore. Il 21 marzo 1931 nacque la grande Alda Merini, che oggi è ricordata con una sua lirica dedicata a Milano. In questo periodo tragico per il mondo, a causa dell'epidemia da Coronavirus, quest'ode acquista un significato ancora più toccante, in attesa di poter ritornare a passeggiare di nuovo sotto i Navigli. Commovente è anche una poesia che circola in rete proprio in questi giorni, attribuita a Kitty O'Meary, autrice vittoriana del 1800, scritta durante la peste. In realtà è una bufala, poiché la scrittrice è viva e vegeta, intervistata da OprahMag, ed il suo nome è Kitty O'Meara. Basta andare sul suo blog, The Daily Round, per leggere la lirica in lingua originale. La O'Meara tuttavia, si sarebbe ispirata ad una giornalista e scrittrice italiana, Irene Vella, che pubblicò una poesia sul suo profilo Facebook prima della O'Meara: plagio? comunque vale la pena condividerla, perché se noi dobbiamo restare a casa, la poesia può uscire, fiorire come la primavera, e volare... Quello che faremo molto presto, anche noi. Ecco il testo:

E la gente rimase a casa
e lesse libri e ascoltò
e si riposò e fece esercizi
e fece arte e giocò
e imparò nuovi modi di essere
e si fermò
e ascoltò più in profondità
qualcuno meditava
qualcuno pregava
qualcuno ballava
qualcuno incontrò la propria ombra
e la gente cominciò a pensare in modo differente
e la gente guarì.

E nell'assenza di gente che viveva
in modi ignoranti
pericolosi
senza senso e senza cuore,
anche la terra cominciò a guarire
e quando il pericolo finì
e la gente si ritrovò
si addolorarono per i morti
e fecero nuove scelte
e sognarono nuove visioni
e crearono nuovi modi di vivere
e guarirono completamente la terra
così come erano guariti loro.