Intervista a Giuseppe Gallato, un professore "da sogno".

27.08.2019

Giuseppe Gallato, docente, redattore, giornalista, amante del genere fantasy, horror e sci-fi, vincitore di vari riconoscimenti importanti, è autore di "Incantesimi nelle vie della Memoria" e "Awakening. La genesi dell'anima, editi da Caravaggio Editore.


Che rapporto hai con la scrittura e quanto è maturata nel tempo?

Rispondere a questa domanda mi riporta indietro, a quel lontano giorno in cui ho dovuto fare una scelta davvero difficile: continuare a studiare musica o iniziare i progetti letterari che avevo in mente. Dico questo perché per me portare avanti una "passione come si deve" non è per niente facile. Sia ben chiaro, non ho mai smesso di suonare né il pianoforte né i miei adorati synth: anzi, spesso sono un mezzo per richiamare l'ispirazione prima di iniziare a scrivere. Tra l'altro la scrittura si sposa perfettamente con i miei due lavori, essendo sia un professore e sia un giornalista. Questo breve aneddoto credo la dica lunga sul mio amore per la scrittura... sarebbe impensabile immaginarmi senza una penna in mano, senza i miei mondi e i miei personaggi. Se la mia scrittura è maturata nel tempo? Certamente, è un processo in continuo divenire in cui non devono mai mancare elementi essenziali come studio, analisi, ricerca, passione e, immancabilmente, tanta fantasia.

Quando hai capito di voler scrivere un libro?

Incantesimi nelle vie della memoria è frutto di una personale selezione: conta quei racconti che, oltre a essersi classificati ai primi posti in vari concorsi letterari, sono accomunati dal tema dell'onirismo in tutte le sue sfaccettature. L'amore per questo tema è nato prima del periodo accademico, ma si è consolidato con il passare degli anni durante i miei studi universitari in filosofia. Del resto il mio stesso stile è contaminato da tale linguaggio e dal desiderio di risposte sull'identità e sulla memoria... motori dell'essere umano. Quindi, da una parte c'è la voglia incontenibile di parlare dei miei mondi e dei miei personaggi, dall'altra l'idea di fondere al fantasy significati legati alla sfera onirica, dimensione quest'ultima che trova ampio respiro nei miei scritti.

Descrivimi il tuo metodo di stesura.

Sembrerà strano, ma prima di iniziare a mettere nero su bianco - capitolo o racconto che esso sia -, parto proprio da dove molti autori terminano i loro lavori: dal titolo. Per me concepirne uno vuol dire fissare in un'unica breve frase l'idea cardine di ciò che andrò a scrivere. Sono anche piuttosto metodico: spesso elaboro una struttura e organizzo il lavoro attraverso schemi, appunti e mappe. Altro modus operandi, cui non trasgredisco mai, è leggere e rileggere allo sfinimento: correggere, revisionare, editare sono tra le operazioni che contraddistinguono il mio lavoro.

Nel libro Incantesimi nelle vie della Memoria, proponi temi quale il sogno lucido, l'ipnosi, i viaggi astrali, sicuramente frutto di studi approfonditi. Come nasce l'idea di trattare argomenti così singolari ma sempre affascinanti?

Il fil rouge che lega i dieci racconti di Incantesimi è l'universo del sogno in tutte le sue molteplici sfumature: si parla di corpo onirico, di proiezione astrale, di sogni vissuti con cognizione o meno, di viaggi eterici, di mondi invisibili e di tutti i fenomeni legati all'onironautica. Tuttavia, nel libro tratto soprattutto la relazione che sussiste tra questa sfera - quella del mondo onirico - e la realtà: una realtà spiegata attraverso concetti legati all'identità, alle reminiscenze, alla forza della coscienza, alla consapevolezza percettiva. Tali significati sono in buona parte da ricercare nei miei studi universitari: erano anni in cui oltre a studiare filosofia, mi ero avvicinato molto alle teorie sui sogni - di qualsiasi natura - e a ciò che caratterizza maggiormente l'uomo, ossia la memoria.

C'è un'immagine nella tua via della memoria che ricordi particolarmente?

Roma, 7 dicembre 2015. Mi trovavo alla Fiera del Libro "Più libri più liberi" per prendere parte, in quanto finalista, alla cerimonia di premiazione del concorso letterario "Fantasticamente" indetto da Veledicarta. Lì, davanti a una bellissima sala gremita di gente, ho avuto il piacere e l'onore di ricevere dalla giuria il primo premio per "Echi oltre confine", racconto che poi ha dato il titolo alla stessa antologia del concorso. Al di là del riconoscimento, ciò che più di ogni cosa ha reso quella giornata indimenticabile è stato ricevere tante critiche positive da parte di scrittori, editori e partecipanti. Un'esperienza che ha dato ancora più forza, stimolo e coraggio alla mia passione letteraria.

Uno dei tuoi racconti, Incantesimi nelle vie della Memoria, che dà anche il titolo al libro, inizia con questa frase: "L'incantesimo è sconfinato... scorre, regna, incombe. Così come l'amore." L'amore come forza che può ogni cosa nel mondo onirico o anche nella realtà?

Incantesimi nelle vie della memoria narra le vicende di un Viaggiatore onirico che attraverso il sogno vaga alla ricerca della coscienza perduta, al fine di padroneggiare l'Incantesimo - l'ultimo stadio della dimensione astrale - una forza che userà a proprio vantaggio per salvare la sua amata, rimasta intrappolata in una sorta di limbo tra la vita e la morte. Oltre a essere il racconto più rappresentativo dell'antologia, proprio per i suoi numerosi elementi riguardanti il mondo onirico, Incantesimi presenta molte chiavi di lettura che sfociano in simbolismi e metafore legate al risveglio dell'identità, alla rinascita della coscienza e, in ultima analisi, alla potenza dell'amore. Terzo, il protagonista del racconto, all'inizio della storia abbandona la sua nave - prima che questa venga definitivamente inghiottita dalle tenebre - per salire a bordo dell'infernale galeone. Simbolicamente parlando, e volendo semplificare il discorso, questo "scambio/passaggio" rappresenta la volontà del personaggio di passare a uno stadio superiore di lucidità, di consapevolezza. Si libera del suo grado di coscienza per avere la possibilità di acquisirne uno maggiore. Una volta salito sul galeone, Terzo dovrà sprofondare nei recessi bui della sua mente, dove le paure più profonde possono facilmente prendere il sopravvento... concetto questo rappresentato attraverso le entità oscure. Quando giungerà alla fine del "corridoio", il Viaggiatore dovrà affrontare il suo "doppio onirico", e per far ciò dovrà avere la forza necessaria per liberarlo: il coraggio di acquisire l'ultima localizzazione riflessiva interiore, ovvero estendere la sua coscienza oltre i limiti della coscienza stessa. Solo sfidando/assimilando se stesso, potrà padroneggiare l'Incantesimo - l'ultimo stadio del piano astrale - una forza che userà a proprio vantaggio per salvare la sua amata, rimasta intrappolata in una sorta di limbo tra la vita e la morte. Dunque, si parte dall'amore verso se stessi - il risveglio della consapevolezza - per sfociare nell'amore verso il prossimo: un donarsi totalmente in nome di un sentimento vero, forte, tanto sconfinato nel sogno quanto nella veglia.

Dimostri la tua bravura con Incantesimi nelle vie della Memoria e Awakening - La genesi dell'anima, entrambi editi da Caravaggio Editore... come è nata questa tua passione per il genere sci-fi? E quanto ti ha influenzato essere master di giochi di ruolo?

In Awakening - La genesi dell'anima ho giocato molto sul "cambio" horror/psicologico, dark/fantascienza. Questi confluiscono alla fine nel genere sci-fi, un prezioso strumento con cui mi è possibile provare a decifrare l'enormità di questo sconosciuto regno che chiamiamo realtà. Essere master gdr mi ha influenzato parecchio. Il ruolo del "gioco" nello sviluppo umano è un dato conclamato, e quando questa attività è diretta verso un altro essere vivente è chiamata "gioco sociale". Tale pratica è necessaria per lo sviluppo del pensiero simbolico, cioè di quel fenomeno alla base dei processi umani quali la socializzazione e lo sviluppo della capacità di "leggere e ragionare" sui propri e sugli altrui pensieri. L'immaginazione è un aspetto centrale: si parla di qualcosa che non c'è, come in una sorta di sogno cosciente, un sogno a occhi aperti e condiviso. E immaginare qualcosa non deve essere considerato come una semplice attività astratta; anzi, permette una prima forma di esperienza, fungendo quasi da regolatore emozionale. Nel gioco di ruolo, l'interpretazione di un personaggio consente al proprio Sé di esprimersi in molti modi, mentre la cooperazione del gruppo di giocatori da vita al confronto costruttivo e affina la capacità di realizzare un'attività congiunta. E il valore che per me ha il fantasy è incommensurabile: è libertà di espressione, libertà di esposizione, libertà di interpretazione.

Nei tuoi racconti si notano elementi magici (che da buona strega non mi sono sfuggiti) fra cui lo specchio. All'inizio del libro citi una parte della poesia di Jose Luis Borges, Il Sogno: anche lui utilizzava particolari simbolismi e lo specchio appunto, come portale, come custode dell'anima, come occhio della Dea ma anche come comprensione del proprio sé. I tuoi personaggi capiscono la loro vera essenza o la conoscenza è soltanto un'utopia?

Lo specchio è un elemento che viene richiamato spesso in "Incantesimi" e, in generale, nei miei scritti. Questo perché il sogno e la realtà diventano il riflesso l'uno dell'altra. Attraverso tale metafora veicolo significati ben precisi: il "riflettersi" svela l'identità a se stessa, accresce l'auto-riflessione, desta la coscienza e rinnova in noi la consapevolezza. Ma mentre da una parte si parla di rinascita, di riscoperta dell'Io, dall'altra c'è il rischio dell'accecamento egoistico. Lo specchio ci mostra sia le passioni più pure che le pulsioni più buie. Debolezze che possono sfociare nell'immane paura primordiale dell'uomo: la morte. Messi davanti a noi stessi, potremmo facilmente ritrovarci a negare il tragico divenire, il decadimento fisico e mentale. E questo desiderio di fermare l'immagine presente che abbiamo di noi, potrebbe a sua volta avvelenare il nostro intero essere. D'altronde, i miei personaggi sono anime che viaggiano tra le due facce di una stessa condizione, unite nella dimensione del sogno, in cui le esperienze di vita e le memorie si fondono a più livelli, nel profondo dell'essere.

Se fossi un libro, quale saresti?

Assolutamente "Le sette prove" dello scrittore Matthew Reilly, genio dei cliffhanger e di strutture narrative davvero esemplari. Quante volte ho letto il suo libro e quante volte mi sono identificato nel mitico Jack West Jr, personaggio alla ricerca del Vertice Aureo, la punta d'oro scomparsa della Piramide di Giza che, secondo antiche leggende, conferisce il potere di dominare sui popoli della terra per mille anni.

Progetti futuri?

Tanti, forse troppi! Partiamo proprio da Incantesimi nelle vie della memoria: questo libro voleva essere anche un banco di prova, atto quasi a testare quale racconto potesse maggiormente attecchire nel cuore dei lettori. Da qui, svilupparne un romanzo: il dark fantasy del Portatore di anime sembra la storia più gettonata. Dalla collaborazione con la NPS Edizioni per la stesura di racconti da inserire nei volumi "Bestie d'Italia", invece, è nata l'idea di dare vita a un'antologia che richiami le leggende del folclore siciliano, rivisitate ovviamente in chiave fantasy. Un altro progetto che sto portando avanti è la serie-game "Sussurri dalla locanda - Le cronache di Zorex e Drok", un fantasy di stampo sword&sorcery che presento attraverso degli episodi sulla piattaforma Edizioni Open. La particolarità di questa storia è che al termine di ogni capitolo lascio al lettore la libertà di scegliere tra diversi seguiti: il finale che totalizza più voti determina il proseguimento della trama. Inizialmente voleva essere un esperimento atto a testare da una parte il coinvolgimento attivo dei lettori e dall'altra un modo per mettermi costantemente in gioco, per "allenare" la mia capacità creativa. Ma giunti alla conclusione della prima stagione, molti mi hanno chiesto quando uscirà il libro basato sulle cronache del gigante e del nano, un duo entrato nei cuori di parecchi lettori.

Che incantesimo lanceresti ai tuoi attuali e futuri lettori?

Per dirla proprio alla Reilly... "Per chiunque conosca uno scrittore, non sottovalutate mai l'importanza del vostro incoraggiamento".

Anch'io te ne lancio uno: possa la tua scrittura accompagnarti dal sogno all'eternità. In bocca al lupo!

                                                                                                      di Giovanna Iammucci

Crea il tuo sito web gratis! Questo sito è stato creato con Webnode. Crea il tuo sito gratuito oggi stesso! Inizia