Bohemian Rhapsody-L'ultima Rapsodia

14.12.2018

«...Desidero confermare che sono risultato positivo al virus dell'HIV e di aver contratto l'AIDS. Ho ritenuto opportuno tenere riservata questa informazione fino a questo momento al fine di proteggere la privacy di quanti mi circondano. Tuttavia è arrivato il momento che i miei amici e i miei fan in tutto il mondo conoscano la verità e spero che tutti si uniranno a me, ai dottori che mi seguono e a quelli del mondo intero nella lotta contro questa terribile malattia...»

Freddie Mercury

Con queste parole Freddie Mercury il 23 novembre 1991, confessò pubblicamente la sua malattia. Il giorno dopo alle 18.48, morì per una broncopolmonite aggravatasi dalle complicazioni dovute all 'AIDS, comparsa negli anni 80. Aveva 45 anni. Il mondo era sotto shock per aver perso una persona straordinaria che non avrà mai eguali. L'eccentrico, il folle, l'ambizioso, il prodigo, il geniale showman che con la sua voce sfondava il tetto del cielo che lo ha accolto, resterà sempre ciò che egli ha desiderato essere: un immortale. Un mistero avvolge il luogo dove sono state sparse le sue ceneri: per volere di Freddie, l'unica a saperlo è Mary Austen, ex fidanzata e amica storica. Altro mistero è il vero significato della canzone Bohemian Rhapsody, il cui film omonimo è ancora nelle sale; film da record d'incassi che ha rispolverato, con tanti consensi e altrettante critiche, la carriera dei Queen, fino allo storico concerto Live Aid 1985. Non sto qui a soffermarmi sul biopic, che per quanto possa essere fatto a mestiere, non riuscirà mai ad eguagliare quel carisma e quel bagliore che Mercury emanava. Su Farrokh Bulsara (questo è il suo vero nome) abbiamo tante notizie: originario di Zanzibar, era un bravo pugile, un ottimo atleta, un abile grafico (è lui l'autore del logo dei Queen), un collezionista di francobolli e... un gattaro. Infatti possedeva 9 gatti: Tom, Jerry, Oscar, Tiffany, Delilah, Goliath, Miko, Romeo e Lily, i quali sentiva al telefono quando era in giro per i tour. A Delilah dedicò una canzone: "Delilah, Delilah, oh amore mio, sei irresistibile/ Mi fai sorridere quando sto per piangere/ Mi dai speranza, mi fai ridere e questo mi piace..." I falsi moralisti criticano Freddie, "la capricciosa regina", ammalato di Aids a causa della sua vita dissoluta, dannato e condannato dalle sue stesse debolezze. Vi ricordo che eravamo negli anni 70 /80 e che l'Aids era ancora una malattia poco compresa (il virus è stato riconosciuto nel 1981 e la prima vittima fu Rock Hudson, noto attore statunitense). Pochi invece sapevano e sicuramente soltanto lui comprendeva la propria solitudine, proporzionata alla sua grandezza. Lui stesso affermava: "Puoi essere la persona più amata del mondo e allo stesso tempo anche la persona più sola del mondo. E spesso è una grande frustrazione. Specialmente quando le persone ti dicono. "Ma come può essere infelice Freddie Mercury che ha i soldi, macchine, il successo, tutto?". Io invece sono una persona normale con momenti di tristezza come tutti gli altri." Forse è stata questa sua dualità, questa sua divina sensibilità a renderlo quello che è oggi: un demiurgo dall'anima troppo grande per essere contenuta in un corpo. Chiudete gli occhi, lasciatevi trasportare dalla sua voce e Freddie sarà ancora qui a cantare la sua ultima rapsodia: " Is this the real life ?/ Is this just fantasy ?/ Caught in a landslide/ No escape from reality..." perché si sa, un dio non muore mai.

La mia anima è colorata come le ali delle farfalle, le favole di ieri crescono ma non moriranno mai.
Io posso volare, amici miei. (Freddie Mercury)

(Foto dal web)

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